giovedì

L'anima dei numeri

Il vecchio prese stancamente il post-it giallo e lo fissò per un lungo momento. "27 Dicembre... il giorno in cui l'ho conosciuta." La sua attenzione si spostò quindi sulla parete davanti a lui, in cerca di uno spazio vuoto. Appiccicò quindi il foglietto in mezzo a mille altri.

Ora sedeva sulla poltrona con una sigaretta accesa in bocca, a qualche metro da quel muro pieno di carta e scritte. Una lunga boccata, un profondo respiro, tanto fumo dal naso. Gli occhi viaggiarono veloci.
"13. Un ragazzino con chiari problemi diceva che questo numero gli era apparso a una festa"
"4. Il civico della prima casa dove abitavo"
"7. Il numero di anni che ho impiegato per diventare architetto"
"64, le caselle di una scacchiera"
Spense la sigaretta nel posacenere, quindi fissò il fumo che lo circondava, immaginandosi, anche qui, numeri disegnati nell'aria intorno a lui. 3, 20, 15, 28. Ma tornò a pensare al 13, e a quella volta che quel ragazzo malato gli disse con convinzione che proprio quel numero era un qualcosa di maligno... Al suo significato recondito, al messaggio di malvagità che poteva portare con sé. E ancora si chiese se in quei deliri ci fosse un po' di verità. Non tanto intendendo che il 13 fosse veramente malvagio... Piuttosto, cos'è un numero? E' solo un'entità matematica, un simbolo vuoto? O qualcosa di più?
Siamo noi a dare forza ai simboli, pensò il vecchio. Se nessuno capisse più la mia scrittura, tutto il mio lavoro su quel muro andrebbe perduto. Ma finchè io sono qui.... e finché quel 27 mi fa pensare a lei... il 13 a quel povero ragazzo... e il 2048 agli anni passati ad architettura, con tutte le gioie e i dolori... cosa sono questi numeri? Ricordi? O magari...
Ormai nella mente del vecchio prendevano posto enormi frattali, piccole figure geometriche, impossibili paesaggi antiprospettici. Partì per un lungo sogno, dove concetti astratti e fini a loro stessi prendevano forma e senso compiuto.

1 commento:

bizio ha detto...

borraccia