mercoledì

Impressioni a freddo

Rompo l'abitudine dell'aggiornamento settimanale per un motivo importante.

Quando sei lì, e lotti centimetro dopo centimetro, rosicchi mollica per mollica, e voghi, voghi, voghi.... Quando ancora torna, lo zero urlante, lui, e cerchi di afferrarlo, ma non ti riesce, annaspi per arrivare a toccarlo con la punta delle dita, quello sfuggente essere, e le meningi ricominciano a lavorare daccapo, e tutto sembra così arduo. E' allora che dimostri il tuo vero io. Affrontare il pericolo ridendo, pensare che tutto in fondo è un gioco, ed essere al contempo consapevole dei rischi che stai correndo a camminare nel vuoto, in bilico tra il bug del tuo cervello e il tornare al livello precedente, perdere risorse preziose, tempo, denaro.
Un'impresa epica. Fermezza nei propositi, fiducia nel gioco, e giocare a tua volta con regole e infrazioni; smontare l'assioma, attaccare le fondamenta, schivare il colpo e tornare all'attacco, solido tu, ancor più solido lui, ancora inarrivabile e superbo. Trovare l'appiglio, aggrapparcisi con tutte le forze residue. A quel punto non puoi più schivare, i colpi li becchi tutti, ed è lì la seconda fase: la resistenza. Imperterrito, deciso, tronfio. Perché se lo zero è uno, allora l'avversario è il tuo miglior amico. Sai che non potrà mai farti veramente male, mai quanto chi ti è vicino. E se lo fa, ne uscirai più forte.

Esco dal Ministero. L'aria della sera ha un sapore nuovo. Grazie, Maestro Zappa. Grazie, Giorgio.
See you, space chess player...

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